
27 Feb L’economia circolare e i rifiuti: quale ruolo per le discariche?
L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che esalta pratiche come il riuso e il riciclo di prodotti e materiali. Così facendo estende il ciclo di vita dei prodotti che, da una tendenza prima lineare costituita dalle fasi di uso – consumo – rifiuto, si trasforma in tendenza circolare che agisce direttamente sulla riduzione dei rifiuti contrastando fenomeni come l’obsolescenza programmata dei prodotti.
Questo nuovo approccio porta l’Unione Europea a porsi grandi obiettivi in temi di riciclo, infatti questi, recepiti nell’ordinamento italiano attraverso il d.lgs 116/2020, in attuazione della direttiva (UE) 2018/851, prevedono per il 2025 il 55% di riciclo dei rifiuti urbani e entro il 2035 solamente il 10% dei rifiuti urbani potrà essere smaltito in discarica.
Si fa rilevare che con l’ampliamento della definizione di rifiuto urbano novellata dal d.lgs 116/220, in attuazione della direttiva (UE) 2018/851 (sulla gestione dei rifiuti), l’aspettativa di riciclo di rifiuti urbani è cresciuta notevolmente rispetto alla disciplina previgente.
Tuttavia, una discarica all’avanguardia e funzionale rimane uno strumento indispensabile nel ciclo di gestione dei rifiuti per smaltire i residui finali degli impianti di trattamento che non si è più in grado di trasformare e recuperare.
Sotto il profilo normativo il cosiddetto “pacchetto” sull’economia circolare è composto da quattro direttive europee che si propongono di aggiornare la disciplina dei rifiuti.
In Italia, il recepimento delle direttive europee sull’economia circolare prevede, oltre al decreto legislativo 116/2020 citato, anche il d.lgs. 118/2020 relativo ai rifiuti di pile, accumulatori e Raee (che aggiorna il D.lgs 49/2014 e il d.lgs 188/2008), il d.lgs 119/2020 relativo ai veicoli fuori uso (che aggiorna il D.lgs 209/2003), e il d.lgs. 121/2020 relativo alle discariche (che aggiorna il d.lgs 36/2003).